Chiarisco un concetto cardine per me: la presentazione di un libro, da parte dell'autore, è un discorso di vendita. E si riconduce, per molti aspetti, alla schema del public speaking persuasivo.
Anche quando il libro è gratuito o con incassi no-profit - personalmente l'ho fatto con il racconto "Il Diario di Rosa Shocking", a Lucca Libri - l'autore desidera persuadere gli ascoltatori a leggere il libro. Ed anche questa è vendita.
Nelle prime parole dell'intervento, di solito, si ringrazia le persone presenti, il luogo che ci ospita, le eventuali autorità.
Già dalle prime parole si può chiarire il nostro atteggiamento. Non dovrebbe delineare una situazione formale e forbita, piuttosto far capire che sarà un approccio più tipico della chiacchierata.
Si dovrebbe evitare l'atmosfera formale da professore che spiega (l'autore) e alunni (pubblico) di fronte. Così otterrai più vicinanza e empatia nel pubblico.
Con questo approccio è bravo Alessandro Baricco, durante una presentazione alla Feltrinelli (video sotto), che non si mette a sedere ad un tavolo/cattedra e che introduce con "Festeggiamo insieme...": una frase coinvolgente, che contiene "insieme".
Nell'introduzione si può raccontare una storia. Non la storia del libro.
Ad esempio, la storia di come il libro è nato. Il racconto personale che ti ha fatto pensare ad alcuni elementi del libro. In mezzo a difficoltà, ripensamenti, aneddoti che hanno portato alla nascita del testo. Insomma una narrazione per introdurre la narrazione del libro.
Ascolta come fa Alessandro Baricco, raccontandoci di se stesso annoiato in un museo (minuto 2').
Nella prima parte della presentazione alla Feltrinelli, Alessandro Baricco dice che il suo libro è "illuminato". Ci parla di luce. Anticipa la sensazione che il suo libro promette di lasciare nel lettore. In altre parole: evidenzia i benefici che il suo "prodotto" porterà all'acquirente.
Sarebbe anche interessante spiegare come questi benefici siano importanti in questo momento storico. Se, come autore, dicessi "il mio libro vi porterà della "luce" e credo che in questo periodo pandemico ce ne sia particolarmente bisogno", avrei rinforzato il valore del beneficio.
Ecco: nel corpo della presentazione, dovresti parlare del tema del libro e, facendolo, concentrati su cosa puoi lasciare al tuo pubblico, quale è beneficio. E Baricco diventa esplicito a metà della sua presentazione del libro: "Avevo voglia di luce e spero che sia una delle cose che vi lascerà il libro". "É un libro anche sorridente", ecc.
Siccome un discorso persuasivo espone una tesi, dovrebbero poi seguire dei dati o degli esempi a sostegno della tesi dell'autore.
La presentazione del racconto "Il Diario di Rosa Shocking" a Lucca Libri
Così dopo aver esposto la tesi/beneficio (esempio: "un libro che vi darà luce e sorrisi") potresti esporre i dati a supporto: per esempio, leggere o far interpretare la lettura di un passo del libro.
Così noi facemmo per la presentazione de "Il Diario di Rosa Shocking", con un lettore/attore con bombetta, vestito come Giacomo Puccini.
Non sarà così una lettura fine a se stessa, sarà legata ai benefici promessi o a una riflessione (interessante quella ancora di Baricco, su particolari libri che dettano i tempi e la "vendetta contro la vita quotidiana") che potrà essere utile al pubblico in quell'evento.
E se invece parlassi di un libro che è un saggio, sarà più semplice trovare degli elementi utili da lasciare al pubblico della presentazione.
Come un buon discorso persuasivo ha un invito all'azione, così anche il discorso di presentazione di un libro contempla questa chiusura.
Forse è piuttosto commerciale invitare a "Comprate il libro oggi per appena € xx". Molto meglio "Vi aspetto qui per firmare la vostra copia del libro". E, ancora, il video girato alla Feltrinelli ispira delle idee: la firma dell'autore non dovrebbe essere un azione fatta a catena, con tempi protocollati, ma un momento più personale, anche per dialogare brevemente, stringersi le mani, con l'autore.