Le persone abbondano spesso, i loro discorsi, di termini astratti. Ma se desideri che il tuoi ascoltatori ricordino quanto hai detto, dovresti diminuire l’uso di termini astratti. E, diminuendo l'uso di termini astratti, il numero di persone che seguiranno il tuo discorso sarà maggiore.
C'è uno strumento semplice per fare questo: il cerchio della chiarezza, con i suoi passaggi astratto > definizione > analogia > aneddoto.
Andiamo per gradi e chiariamo prima cosa sia l'astrattezza in un discorso.
Ecco un esempio: spesso si sente usare il termine "qualità". Ma ognuno può metterci il suo personale significato in questo termine, proprio perché è astratto.
Se lo ascolta una persona che ha una preparazione umanistica, forse nella sua mente la qualità è un richiamo ad una delle categorie aristoteliche, con la quale si può determinare come è la cosa. Invece, se chi ascolta è una persona con preparazione ingegneristica, magari pensa ai processi della qualità della Toyota o alla certificazione ISO 9001.
Altre parole astratte – ricorrenti nel mondo aziendale – sono “creazione di valore”, “ottimizzazione”, "riduzione dei costi”, “obiettivi”, “sinergia”, “missione”, “successo”, “rispetto”, "eccellenza", ecc.
Cosa è il “rispetto” per te? Cosa è il “rispetto” per il tuo collega? Spesso non la pensiamo esattamente alla stessa maniera.
Ogni volta che si usa un termine astratto, l’ascoltatore interpreta e insegue nella sua mente il significato personale. E spesso ci perdiamo la sua attenzione. Per non parlare degli inglesismi, “target”, “KPI”, "performance", "win-win" …
Dalle parole astratte, suggerisco di aumentare l’uso di definizioni e dati.
Le tue parole saranno più ascoltate e recepite.
Per rendere meno astratto un termine come "rispetto" , potresti iniziare con:
“Oggi vi parlo di rispetto, ovvero quando riconosco un valore e un diritto nell’altra persona”.
Non possiamo certo dedicare troppo tempo a definire tutte le parole astratte del nostro discorso. Ma almeno quelle 2-3 principali parole, le “keywords” del nostro discorso, suggerisco di dedicarci attenzione, non darle per scontate: definiamole, analizziamole per il pubblico.
Per un livello più profondo di chiarezza e memorizzazione del tuo ascoltatore, potresti passare ad usare delle analogie. Ovvero, fare un paragone di una cosa con un’altra.
“Il responsabile della sicurezza aziendale è come un genitore che vuole trasmettere l’educazione ai propri figli”.
"Il nostro processo di content marketing è come il lavoro in un giardino curato: oggi piantiamo i semi che domani saranno i fiori che attirano naturalmente delle farfalle, i nostri clienti".
Le analogie sono ottime anche per far visualizzare dei grandi numeri.
Come fa lo scrittore José Saramago quando ci racconta di 2000 morti nel “Il Vangelo secondo Gesù Cristo“: “Duemila crucifissi sono un grande numero di morti, ma ci sembrerebbero ancora di più se li immaginassimo piantati a intervalli di un chilometro lungo una strada, o a circoscrivere, è solo un esempio, quel paese che un giorno si chiamerà Portogallo e la cui dimensione, alle frontiere, si aggira più o meno intorno a quel valore.”
Con i grandi numeri è dunque meglio fare paragoni tangibili, “visualizzabili”.
Un altro esempio più semplice: invece di dire “45 milioni di persone”, meglio dire “45 milioni di persone è circa l’intera popolazione delle Spagna”.
Ho fatto visualizzare una superficie spaziale universalmente conosciuta: il dato è più facile da memorizzare e capire.
Usare l’aneddoto (lo storytelling) è la miglior tecnica per fare memorizzare una informazione al pubblico.
Ora, se nel tuo discorso devi presentare delle norme o dei processi tecnici è difficile tradurle in narrativa. Ma se riuscirai a riportare un caso passato, che sintetizza il principio della norma, sarà molto più facile entrare nella mente dell’ascoltare per maggiore tempo.
Sicuramente un buon aneddoto va preparato e pensato prima, non può essere improvvisato. Ad esempio, lo potresti preparare, con il supporto di alcuni oggetti.
Un’altra tecnica per far restare di più nella memoria il tuo messaggio o i tuoi aneddoti, è usare degli oggetti di "scena".
Un oggetto è comunque qualcosa che sottintende una sua storia: è stato quasi sempre creato per risolvere un problema e se c'è un problema... c'è una storia.
Ricordo ancora come Steve Jobs, per presentare il laptop più fine del mondo (il Mac Book Air), usò una busta dei servizi postali. Quella busta rese l’idea precisa di quanto fine fosse l’apparecchio, senza necessità di usare misurazioni in mm o altri dati tecnici.
Anni dopo Bill Gates, in un profetico TED Talks, entrava sul palco con un barile di sopravvivenza agli attacchi nucleari. Memorabile anche come oggettistica.
Riassumendo: per il tuo prossimo discorso in pubblico, controlla di non usare troppe parole astratte. Nel caso, accompagna il tuo pubblico verso il centro dei 4 cerchi (come nell'infografica), che sono astratto, definizione/dati, analogia, aneddoto.
(il concetto di astratto, esempio, analogia, aneddoto è ripreso dal capitolo 3 dell'interessante libro "102 Visual Tips" di Florian Mueck)